

Laboratorio di custodia ambientale a S’Antambrogio sul Garigliano e Sant’Andrea del Garigliano lungo il Cammino di San Filippo Neri
Serena Nogarotto, dicembre 2025
Sono iniziati i laboratori di CUSTODIRE, il progetto che invita a vivere il territorio come un gesto d’amore: un’attenzione che si fa promessa, un passo che diventa cura, una scelta di comunità. Custodire significa camminare con rispetto, ascoltare i luoghi e le persone, restituire valore.

E questo spirito ha il volto e la voce di Filippo Scalisi, custode del Cammino di San Filippo Neri e presidente dell’Associazione Amici del Cammino. È lui, con la sua calma e la sua forza, a tenere insieme sentieri, storie e persone.
Il primo laboratorio ha visto gli studenti della 3F del Liceo G.B. Grassi di Latina e percorrere uno dei tratti più intensi del cammino che da Cassino conduce a Gaeta, fino alla Montagna Spaccata. Un luogo che nel 1532 cambiò la vita del giovane Filippo Neri: davanti a quella fenditura nella roccia comprese che la sua strada non sarebbe stata quella della ricchezza, ma quella della vocazione. Una scelta che ancora oggi sembra risuonare tra quelle pareti.
Se quel percorso continua a vivere è grazie a chi lo custodisce. In questo viaggio abbiamo avuto il piacere di incontrare alcuni membri della comunità che cura e anima il Cammino tra Sant’Ambrogio sul Garigliano e Sant’Andrea del Garigliano.

Filippo cammina con i ragazzi, con i pellegrini, con chi passa anche solo per curiosità. Le sue parole sono semplici e vere, capaci di entrare in chi le ascolta.
“Ognuno in cammino trova ciò che cerca,” ripete spesso. In questa frase c’è tutto: il territorio che cura, l’incontro che trasforma, il passo che rivela.
Filippo non è solo nella custodia del Cammino; accanto a lui c’è Simona De Rosa, delegata locale del Cammino per Sant’Ambrogio sul Garigliano e anima instancabile delle relazioni con le scuole. Per lei, far camminare i ragazzi significa restituire loro il territorio: conoscerlo, ascoltarlo, raccontarlo. Il cammino diventa così un laboratorio di comunità, un luogo dove si impara l’accoglienza vera, quella fatta di gesti piccoli e sinceri: aprire una porta, offrire un sorriso, far sentire l’altro accettato.
Simona lo ripete spesso: “Il cammino ci insegna ad ascoltare. I pellegrini ci chiedono chi siamo, cosa possiamo migliorare, come possiamo accoglierli meglio.” Perché camminare non è solo percorrere una strada, è ritrovare un legame con se stessi e con gli altri. È scoprire che non siamo mai davvero distanti: c’è sempre qualcosa che ci unisce.

C’è anche Francesco, VicePresidente dell’Associazione e originario di S.Ambrogio sul Garigliano che, dopo anni a Cassino, è rientrato nella sua terra per aprire un B&B lungo il Cammino: una testimonianza di come il passaggio di un itinerario culturale possa aiutare a far rinascere i piccoli borghi e riavvicinare i giovani.
E poi ci sono storie che racchiudono tutto questo. Come quella di Federica, che dopo un grave incidente quando aveva solo cinque anni, ha ritrovato nel cammino un luogo di benessere e rinascita. “Quando cammino mi sento benissimo,” ha detto con la voce rotta dall’emozione davanti agli studenti. Filippo la ricorda con orgoglio, perché in lei vede la prova più luminosa che il territorio può diventare una forza che solleva, che sostiene, che ispira.
Filippo non guida soltanto: accompagna. Cammina accanto. Accoglie. Incoraggia. È un uomo che custodisce le persone quanto custodisce i sentieri. Un ponte, una guida, un riferimento.
Con questa storia inauguriamo Storie di Custodia, il nostro blog dedicato ai gesti, alle voci e agli sguardi di chi sceglie di prendersi cura del territorio. Nei prossimi mesi il Sentiero di Circe diventerà un archivio vivo di memorie e pratiche condivise: un paesaggio fatto di passi, di comunità, di futuro.
Perché un territorio cresce quando qualcuno lo ama.
E perché il cammino, quando è condiviso, unisce davvero.

Serena Nogarotto, novembre 2025
C’è un sentiero che attraversa il Parco Nazionale del Circeo e che, più che un itinerario fisico, è un luogo di incontri in cammino, dove natura, storia e comunità si sfiorano, si osservano, si riconoscono. È il Sentiero di Circe: patrimonio paesaggistico e culturale vivo, fragile, condiviso. Ed è da qui che parte il viaggio di CUSTODIRE, il nuovo progetto dell’Associazione Circe APS selezionato nell’ambito del programma europeo COASTRUST, dedicato alle nuove forme di custodia del territorio mediterraneo.
Con questo articolo inauguriamo una nuova sezione del nostro blog: Storie di Custodia, il blog dei Custodi.
I custodi non sono semplicemente volontari o escursionisti, ma persone - singole o in gruppo - che scelgono di prendersi cura. Di camminare con attenzione, di osservare con responsabilità, di agire in rete. Custodire non significa solo proteggere, significa ascoltare, restituire, lasciare tracce buone.
Nei prossimi mesi racconteremo un percorso fatto di laboratori, esplorazioni itineranti, mappature collettive e momenti di festa: un’esperienza partecipata che attraverserà il Sentiero di Circe trasformandolo in un archivio di memorie vive e pratiche condivise di cura. Sarà un viaggio corale, aperto a cittadini, scuole, associazioni, amministrazioni e imprese. Un laboratorio di comunità.
Questo spazio raccoglierà storie, volti, gesti e visioni di chi, a modo proprio, custodisce. Piccole azioni che diventano alleanza. Perché un territorio cresce quando chi lo abita diventa parte della sua storia.
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